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GEMMOCROMIA: IL MIO METODO DI ANALISI DEL COLORE

10 Gennaio 2022
gemmocromia

GEMMOCROMIA

dal lat. gĕmma «germoglio» o «pietra preziosa»

e dal gr. -χρωμία, der. di χρῶμα «colore».

LA GEMMOCROMIA

Nella mia vita ho incontrato tante persone – parenti, amici, compagni di scuola, colleghi, sconosciuti – e ho notato che ognuna di loro è unica al mondo, pur avendo caratteristiche particolari che magari le accomunavano alle altre. Proprio come le pietre preziose: non ce ne sono due uguali, ma tutti siamo in grado di distinguere un rubino da uno smeraldo per le loro qualità intrinseche.

È così che è nata in me l’idea della gemmocromia, il mio personale metodo di analisi del colore.

Le teorie del colore nate negli anni ’50 si sono sviluppate fino ad oggi, così tanto che è diventato quasi frustrante barcamenarsi tra le varie stagioni (ne sono state individuate anche più di 60) con nomi sempre diversi e che non sempre coincidono: le famigerate *Winter Cool (metto l’asterisco perché è grammaticalmente scorretto) che non sono le Cool Winter, le Estati Soft Chiare e le Estati Soft Profonde, quelle che sono chiare ma c’hanno il lato dark… insomma, c’era veramente da diventare scemi dietro a tante definizioni e tante categorie!

Dopo aver studiato all’Università ed essermi specializzata come consulente di immagine, ho rielaborato tutte le categorie del colore esistenti finora e ho deciso di eliminare le stagioni e creare delle mie categorie cromatiche ognuna di queste ispirata a un prezioso.

VARIETY NOT DIVERSITY

Ognuno di noi è unico e raro, così come ogni pietra è diversa dall’altra: anche se condividono caratteristiche comuni – come il colore o l’opacità – c’è sempre una striatura, una pagliuzza, una sfumatura diversa che le caratterizza, così come noi siamo ricchi di dettagli e particolari che ci rendono insostituibili.

La gemmocromia non è stato un metodo improvvisato, né è nato solo per il vezzo di fare qualcosa di diverso. Sono due anni che utilizzo questo sistema “dietro le quinte”: ho fatto approfondite ricerche, mi sono consultata con esperti e gemmologi, ho rivisto tutte le analisi e tutti gli studi fatti finora sul colore e, non in ultimo, ho apportato la mia esperienza di makeup artist alle mie consulenze.

Mi sento di sottolineare questo aspetto perché, se è vero che la temperatura e il sottotono fanno da padroni nell’analisi del colore, è anche vero che il nostro occhio nudo percepisce spie di colore importanti come il colore degli occhi, quello della pelle è quello dei capelli. Non possiamo ignorare questi parametri quando creiamo il look su una persona.

Il metodo di base e i parametri dell’armocromia e del colore (temperatura, valore, croma) rimangono nella mia analisi, migliorati e amplificati: a questi ho aggiunto il concetto purezza e trasparenza, proprio come si fa con le pietre preziose.

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COSA CAMBIA?

Innanzitutto vorrei tranquillizzare tutti: durante le mie sessioni di armocomia, do comunque alle persone analizzate il responso “classico” (Inverno Assoluto, Primavera Chiara ecc) perché è giusto che quando si introduce un nuovo metodo si diano comunque gli strumenti per familiarizzare con questo, usando terminologie più conosciute e comuni. La scheda, però, che personalizzo e consegno alla fine di ogni seduta, è basata sulla pietra di riferimento che condivide le stesse caratteristiche cromatiche, con indicazioni per abbigliamento, capelli, makeup, accessori, ispirazioni moda e – ovviamente – la propria palette di colori amici.

La mia visione nasce da domande che io stessa e le mie clienti ci ponevamo quando parlavamo di stagioni:

Perché se l’Autunno è una stagione scura che regge forti contrasti, parliamo di Autunno Soft Chiaro che è esattamente l’opposto (colori chiari e poco contrastati)? E – viceversa – perché se le Primavere non possono portare il nero, le Primavere Brillanti lo reggono? È ancora giusto definirle ”Primavere”? E se l’Inverno è la stagione dei colori saturi e profondi, come fa ad esserci un Inverno che è soft? E perché esiste l’Inverno Soft Profondo ma non esiste l’Inverno Soft Chiaro, come per tutte le altre stagioni?  

La verità è che le analisi e le categorie finora usate non sono completamente sbagliate: sono le terminologie e le nomenclature a confondere i clienti che si approcciano per la prima volta a questa scienza. Non possiamo dire che le Estati hanno colori chiari e freddi MA l’Estate Chiara non sono così freddi e l’Estate profonda non sono così chiari! Non ha senso!

Questi termini non facevano altro che creare confusione nelle persone a cui spiegavo di cosa mi occupavo: Autunno Assoluto o Inverno Soft Profondo non fanno breccia e non significano assolutamente nulla per chi non capisce nulla di analisi del colore. Immancabilmente, c’era chi non voleva essere Inverno perché “è una stagione triste” o chi pensava che l’Estate fosse fatta di colori fluo e margarita bevuti a bordo piscina.

Da lì la necessità per me di introdurre nuove terminologie e termini di paragone: se dico Diamante tutti pensiamo a qualcosa di puro, freddo e cristallino; allo stesso modo se diciamo Ambra ci immaginiamo colori caldi e fiammanti come quelli di Rita Hayworth; scuri e profondi per il Rubino (Victoria Beckham), più delicati per l’Acquamarina (Grace Kelly).

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Anche a un occhio profano sono lampanti le caratteristiche e le differenze tra un’Acquamarina e un’Ambra.

Non sempre c’è una corrispondenza diretta tra le pietre che assegno e le stagioni cromatiche canoniche: ad esempio, nella mia teoria una persona Inverno Assoluto potrà essere tanto un Diamante (Jennifer Connely) quanto un’Agata (Catherine Zeta Jones). Mi sembra ovvio che – sottotono a parte – una persona con gli occhi azzurri e un incarnato porcellanato reggerà meglio certi colori (come l’azzurro, appunto) rispetto a una che ha colori più scuri ed esotici.

È per questo che esistono i color enhancer per ciascuno di noi, che si ricavano ad esempio dal colore dell’iride: sono quei colori che sono immediatamente più giusti per noi, perché li riconosciamo ad occhio nudo senza bisogno di un test coi drappi! In soldoni, è quello che chiunque vede in noi quando ci guarda.

In altri casi, invece, il colore dominante è quello dei capelli: per quello ho creato la palette Ambra, che coniuga i colori della Primavera Assoluta con quelli dell’Autunno Assoluto.

Penso sia abbastanza ovvio che persone che hanno colori esterni diversi dovranno avere necessariamente palette diverse (anche se di poco) nonostante la matrice possa essere la stessa, soprattutto nel makeup. Io ho semplicemente applicato questo concetto al mio metodo.

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Jennifer Connely e Catherine Zeta Jones nell’armocromia classica condividono la stessa stagione, ma nel mio metodo corrispondono a due pietre diverse.

VESTIRE PERSONE REALI

Sono una ragazza del Sud, quindi bado molto al lato pratico delle cose. È bellissimo parlare dei cieli azzurri in Inverno o dei prati in fiore in Primavera. In teoria, tutto è bello e tutto è perfetto. Ma, nella pratica, come funziona? Come mi vesto domani?

Mettiamo il caso di un’analisi ipotetica con 40 stagioni: sfido qualunque persona che non sia smaliziata nei confronti del mondo della moda o del makeup a distinguere tra 40 rossetti rossi diversi, o 40 punti di giallo in un negozio. Tralasciando il fatto che dovrebbero esserci almeno 40 maglioni di 40 gialli diversi tra cui scegliere quando, se siamo fortunati, ne troviamo due!

Come può una cliente tipo distinguere l’azzurro dell’Estate Chiara da quello dell’Estate Chiara Soft se non ha un occhio particolarmente allenato o una visione a 360° della materia? E perché dovrebbe interessarsi degli azzurri delle altre palette, se non le competono? Chi sa, sinceramente, la differenza tra il Pantone n° 22 e il 23? La moda deve essere un divertimento, non uno stress. L’analisi del colore deve facilitarci la vita, non complicarcela! Quante più stagioni ci si mettono, tanto più si restringe il ventaglio di colori che possiamo utilizzare, con la conseguenza che l’analisi del colore non diventa più un aiuto ma una trappola!

Il mio intento, quando faccio un’analisi, è quello di fornire ai miei clienti gli strumenti per capire immediatamente quali sono i colori che li valorizzano, cosa gli sta bene, come fare i propri acquisti e come creare i loro abbinamenti. Devono essere consigli facili, efficaci e attuabili nell’immediato, perché al di là della descrizione evocativa e sognant, alla fine della fiera devo tornarmene a casa con una conoscenza pratica ed effettiva per i soldi che ho speso. Non voglio che si viva nell’incertezza del “Questo andrà bene o no?”, ma voglio essere serena e sicura di me per poter comprare autonomamente e consapevolmente, In caso contrario, l’analisi fatta non è servita a niente!

In questo, la gemmocromia attinge quando necessario al sistema tonale molto utilizzato nei paesi anglosassoni, che dividono i colori secondo la loro dominante (caldo, freddo, soft, brillante, chiaro o scuro). Un metodo molto più facile da capire e da mettere in pratica nella vita di tutti i giorni.

Nascono così delle categorie che coprono certe zone grigie non ancora esplorate, come la donna Giada ad esempio: a lei stanno bene tutti i colori soft, indipendentemente che siano più caldi o più freddi. Ne è un esempio Gigi Hadid che, a mio avviso, è una Primavera Soft che regge anche i colori dell’Estate Soft e dell’ Autunno Soft.

Gigi Hadid è l’esempio perfetto di donna Giada, pietra traslucida che regge nuance sia più calde che fredde.

GUIDARE, NON ASSECONDARE

Soprattutto in Italia, c’è un misconcetto sulle palette e i colori da indossare che francamente diventa frustrante sia per chi analizza che per chi viene analizzato. “Sei Autunno quindi ti stanno bene i colori caldi”, e vedi tutte queste poveracce sempre vestite di marrone, con il rossetto beige, che fanno tristezza solo a guardarle.

Io sono un Autunno Profondo e vi assicuro che colori come l’arancione mi stanno malissimo, proprio perché il mio incarnato è neutro e non caldo. Paradossalmente, mi sta meglio un colore freddo e profondo che uno chiaro e caldo.

Nel mio sistema, infatti, sono una donna Rubino, i cui colori sono neutri, ricchi, sontuosi e carici di pigmento.

Ancora esistono luoghi comuni tipo: “Se sei calda ti sta bene l’oro, se sei fredda l’argento”. Non è vero: le Autunno Profondo possono indossare l’argento in piccole quantità se è brunito, profondo appunto. Idem per le Inverno Profondo o le Estati Soft che reggono l’oro in piccole quantità, perché hanno spesso un sovrattono caldo.

Nel makeup parliamo di trucco correttivo: è quel tipo di trucco che prende sì in considerazione le caratteristiche di un viso (o di un occhio, o delle labbra), ma al tempo stesso sa quali sono i punti da andare a correggere o quantomeno valorizzare in maniera diversa. Un viso tondo può essere reso ancora più tondo se utilizziamo il fard in maniera sbagliata, oppure può essere sfinato e allungato utilizzando il bronzer con cognizione di causa.

Ecco, io cerco di fare lo stesso con i colori. Guidare, non assecondare i colori, così come un bravo visagista non asseconda la naturale morfologia di un viso nel trucco correttivo, ma cerca di capire cosa gli manca e cosa può aggiungere per renderlo più gradevole.

IL LOOK “SCHIACCIATO”

Il rischio di molte palette che oggi giorno si trovano in giro, è quello di creare un look che io definisco “schiacciato” o bidimensionale. Molte clienti (e purtroppo anche molte armocromiste inesperte) tendono a prendere troppo alla lettera il concetto di “armonia”, con il risultato che tante stagioni risultavano poi spente e mortificate nel loro look complessivo. Ne ho già parlato abbondantemente nel mio post sui rossetti che vi invito a leggere.  

Se assecondassi i colori naturali smorti di un Autunno tutti insieme, la relegherei automaticamente in un tipo di look schiacchiato e pesante, quasi noioso. Ma ecco che se alla donna Autunno do un rossetto più rosato o un gioiello argento, si crea il punctum – o contrasto – che rende il look interessante, e immediatamente tutto il look diventa più brioso, più fresco, più moderno! Non dimentichiamo infatti che l’analisi del colore non prescrive solo i colori da utilizzare, ma anche come questi andrebbero abbinati e contrastati – e mi sembra che spesso questa parte manchi, o si sia convinti che il contrasto sia solo quello bianco/nero. Beige e marrone su una persona Autunno non è un contrasto, ma un tono su tono. Manca una parte basilare del concetto per avere un look riuscito!

Prendiamo ora una persona come Sarah Jessica Parker, che fa parte delle Estati Soft: la sua palette è appunto soft, che si traduce con “grigiata”. Se a una persona do tutti colori grigiati il suo look sarà inevitabilmente un po’ triste e demodé, perché il grigio è il colore che psicologicamente associamo alla tristezza e alla vecchiaia. Una persona del genere ha bisogno di colori sì soft e chiari ma comunque anche un tocco di vivacità, nei limiti dei suoi colori naturali. Certo non le consiglierei un rossetto rosso fuoco, ma un tocco di luce può darle un aspetto più gioioso. Basta vedere il lavoro egregio di styling che è stato fatto su di lei in “And just like that”: la sua palette è vivacizzata da tocchi più caldi di tabacco e arancio, che rendono la sua immagine gioiosa nell’insieme.

Sarah Jessica Parker in un look di “And Just Liket That”.
Nonostante sia un’Estate, i tocchi di colori caldi accendono il look rendendolo più brioso e tridimensionale, e gli accessori in materiali grezzi e toni della terra ben si sposano con la sua dominante di stile Natural.

La stessa cosa accade nel makeup: non so quante Estati Chiare vedo truccate di grigio e di azzurro perché “sono Estate quindi mi stanno bene i colori freddi”, col risultato che risultano invecchiate di 10 anni. Anche in questo caso, è necessario avere punti più caldi di sfumature (come il color caramello o il nocciola) per creare un look donante e dinamico. Allo stesso modo, ho rivisto e ridefinito le palette Brillanti, perché per me è poco realistico che una persona possa e debba vestire solo di colori sgargianti.

Quello che voglio dire è che alcuni abbinamenti possono risultare troppo austeri se presi alla lettera, quindi avere piccoli dettagli e contrasti giusti possono ridare tridimensionalità all’immagine: se, secondo l’armocromia, bisogna replicare i colori alla lettera, da consulente di immagine vi dico che per creare un look “interessante” bisogna saper giocare anche con lo stile e la dissonanza, contravvenendo anche alle regole come hanno fatto tanto star in passato (Lady Gaga, Rihanna, Katy Perry, Dita Von Teese) che invece di assecondare le proprio palette le hanno affrontate di contrasto, creando look iconici che sono rimasti nella storia

CONCLUSIONI

Negli ultimi due anni sull’analisi del colore è stato scritto e detto di tutto. Non ho la presunzione di dire che il mio metodo sia migliore degli altri né rinnego quello che ho professato e utilizzato per tanto tempo. Semplicemente, dopo 3 anni in questo campo, ho sentito l’esigenza di creare un mio metodo e una mia visione che fosse più affine a me e a quello che ho notato analizzando così tanti clienti reali nel corso degli anni, e mi sembrava giusto spiegarlo a chi mi segue con tanto affetto e interesse. Se volete, potrò fare altri post a riguardo.

Non voglio sostituire niente o nessuno né ergermi a guru di niente. Voglio andare al sodo senza perdermi in meri arzigogoli, ma guardando al colore in maniera oggettiva e funzionale. È “la pelle che comanda” sento dire a molti, e sarà sicuramente così: ma ricordiamoci che l’armocromia è solo una piccola parte della consulenza di immagine, e per creare un look vero, veritiero, credibile e vincente non posso non tenere in considerazione tanti elementi come il makeup, la moda e lo stile personale di ognuno.

Il mio approccio all’analisi del colore vuole essere la volontà di rendere questa disciplina più moderna e attuale, uscendo da rigidi sistemi mentali ed etichette che impediscono una visione più trasversale dell’argomento.

Se vi ho incuriositi e volete prenotare una sessione di gemmocromia con me, potete scrivermi su Instagram @enricascielzo o al mio indirizzo email escielzo@hotmail.it